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Soul Beauty – L’anima Mercedes-Benz trova sempre nuove forme

Storia e futuro, tradizione e innovazione: così l’anima Mercedes evolve nel tempo, facendo sue nuove forme estetiche che ne raccontano l’abilità di essere sempre in grado di leggere il futuro e i suoi nuovi canoni di comunicazione. 
 
E’ stato all’insegna del Soul Beauty, la bellezza dell’anima, il performance tour alla scoperta del volto di Gibellina, tra paesaggi lunari e spazi urbani ridisegnati in maniera innovativa, nel segno dell’arte e dell’architettura moderna. 
 
A far da cornice in show room venticinque prestigiose “Stelle” d’epoca. Giunte in Sicilia in occasione del Raduno nazionale del Mercedes-Benz Registro Italia, l’associazione che si occupa di raggruppare e registrare tutte le autovetture d’epoca della casa automobilistica tedesca in Italia. 
 
E così, accanto alle ultime tecnologiche e preformanti AMG, anche la magia degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta attraverso alcuni dei modelli che hanno fatto la storia dell’auto. Fiore all’occhiello e auto più antica dell’esposizione è la 190 SL Mercedes-Benz del 1956, modello che ha gareggiato nell’impegnativa 1000 Miglia da Brescia a Roma e ritorno. 
 
Tra le “Stelle” in mostra anche la Mercedes-Benz 300 SEL 6.3, una Berlina del 1968 che è stata a lungo uno dei più ambiti modelli da collezione della Casa di Stoccarda e continua ad affascinare con i suoi alti livelli di perfezione. Questa auto fece scalpore al Salone di Ginevra del marzo 1968 perché il modello di lusso top di gamma del marchio V8 di Stoccarda offriva le prestazioni di un’auto sportiva: un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 6,5 secondi e una velocità massima raggiunta di 220 km/h, numeri assolutamente eccezionali per l’epoca. 
 
E ancora la Mercedes-Benz 250 CE coupè del 1970, che è stata la prima di tutte le autovetture prodotte in serie dalla casa tedesca ad essere dotata del cosiddetto “D-Jetronic“, un sistema di iniezione elettronica del carburante, prodotto da Bosch, che sostituiva la precedente pompa di iniezione multi-stantuffo meccanica. In mostra anche due modelli Mercedes-Benz 350 SL (uno del 1971 e uno del 1972), la due posti con cofano roadster completamente retrattile e hard top rimovibile che ha fatto la storia dell’auto, in quanto venne dotata, all’epoca, di numerosi dettagli innovativi che avrebbero dovuto aumentare la sicurezza e impostare il percorso per lo sviluppo futuro delle autovetture. La Mercedes-Benz 280 SL del 1969, conosciuta con il nome di “Pagoda” per via della particolare forma del tetto e una Mercedes-Benz 500 SLC del 1979, una coupé di lusso con cambio automatico a 4 rapporti che fu l’evoluzione della 450 SLC. La 500 SLC, prodotta in 1.133 esemplari, raggiungeva i 225 km\h alla fine degli anni Settanta e vantava un’accelerazione da 0 a 100 km/ h in 7,8 secondi. 
 
Nell’anno che celebra i 50 anni dal terremoto che ha devastato il Belìce, il performance tour raggiunge Gibellina a bordo di alcuni dei gioielli Mercedes-Benz: C 63 4MATIC sw, C63 S coupè, E43 4MATIC, E63 S 4MATIC sw, S63 4MATIC cabrio, CLA 220 4MATIC Coupé, CLA 220 d Aut 4MATIC SB, E 220 d 4MATIC All-Terrain, E 220 d 4MATIC All-Terrain, E 350 d 4MATIC Cabrio, E 400 4MATIC Cabrio, E 400 4MATIC Coupé, S 560 Coupé 4MATIC e SLC 200. 
 
Le suggestioni di un paesaggio ricco di forza e purezza da godere a bordo di vetture da sogno, le Dreamcars Mercedes-Benz, modelli che incarnano lo spirito della Stella di creare qualità, bellezza, valore. 
 
Sotto l’attenta direzione degli istruttori della AMG Driving Academy Italia, ci si è alternati alla guida ogni 20/30 km attraverso un meccanismo di staffetta tra i diversi modelli della flotta per assaporare il piacere di guida di questi sogni su quattro ruote. 
Sono tante le anime di Gibellina che si rivelano e si nascondono in un itinerario che sposa il piacere della guida alle emozioni di un luogo unico ed inimitabile, un museo d’arte “en plein air”. 
 
Visita al Baglio di Stefano, un’antica masseria settecentesca a doppia corte ristrutturata in maniera sapiente che rappresenta l’unica testimonianza architettonica precedente la rifondazione della città nuova in contrada Salinella. 
Nel cortile del Baglio si può ammirare “La Montagna di sale” di Mimmo Paladino, un’installazione permanente che nasce come scenografia per “La sposa di Messina”, la tragedia di Schiller presentata alle Orestiadi del 1990. 
A seguire la visita guidata del Museo delle Trame mediterranee, un’interpretazione inedita e aperta della storia culturale del Mediterraneo, che conserva un’importante collezione d’arte contemporanea. 
 
Si riparte in direzione del Cretto, l’opera di land art realizzata da Alberto Burri sui ruderi della città di Gibellina, completamente distrutta dal sisma per poi rientrare a Palermo, dopo brevi soste per il cambio di vetture. 
La conclusione in show room con l’esclusiva degustazione firmata dallo chef Fabio De Luca del ristorante Villa Clelia accompagnata dai vini che rappresentano l’eccellenza enologica della Sicilia. 

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